Critica letteraria e storica

(inserite in ordine cronologico)

Ho letto il libro, l'ho trovato estremamente interessante. Non nascondo le mie emozioni nel leggere della festa organizzata dai soci di Casa Confiança per festeggiare gli schiavi ormai liberi, per le conquiste sociali degli italiani in Brasile, per la voglia di fare, fare, e continuare a fare pur di veder nascere e svilupparsi una città come Jequiè. Partire da un piccolo paese del sud dell'Italia, appena qualche anno dopo l'Unità d'Italia, verso una Terra di cui si conosceva probabilmente solo il nome (era l'America più che il Brasile) per creare sviluppo, progresso, commercio, cultura richiedeva tanto coraggio e non tutti lo possedevano. L'umanità che traspare nel racconto di Carlos Marotta e nello stesso tempo la "saudade" che impregna ogni sua parola fanno da corona ai suoi sogni ed ai suoi successi, sogni e successi che avevano a maggior ragione amalgamato quel gruppo di pionieri giunti dalla lontana Italia. Congratulazioni Marotta, hai saputo, con la tua lunga ricerca, far rivivere in maniera estremamente reale una storia vera vissuta e raccontata da chi ha saputo scrivere pagine gloriose dell'emigrazione italiana in Sud America. Congratulazioni, e come scritto nel libro, "Alla prossima !".

Davide B. - Docente di Storia e Filosofia (Firenze 08-03-2004)


Ho letto il libro "Casa Confiança" con grande interesse; Scritto a partire da documenti autentici, ha un valore addirittura scientifico. Questo lavoro ha il suo posto nelle biblioteche di scienze sociali ed è di interesse di chi studia l'emigrazione italiana in genere. L'avo Marotta e' un pioniere esemplare. L'autore con molta intelligenza e rigore ha saputo classificare e sfruttare i documenti ritrovati con chiarezza e scientificità. La prima parte del libro ci presenta una colonia italiana che, arrivata in una regione poverissima, dietro il forte impulso dell'avo Marotta trasforma in pochi anni tale luogo estremamente povero in una provincia dinamica e ricca con una popolazione che non cessa di aumentare. La seconda parte con moltissime fotografie commenta, in un certo senso, quel che vien detto nella prima parte. Per merito dell'autore, il lettore assiste allo sviluppo del paese di Jequié. Tutti gli aspetti sociali e economici sono evocati con grandissima precisione. Nessun particolare vien dimenticato e tutto s'incatena in maniera molto simpatica, che si tratti dell'arrivo della luce elettrica e dei diversi macchinari o della commercializzazione dei prodotti. Interessante é vedere come il signor Marotta sbriga i problemi finanziari. Con poca istruzione, egli affronta tutti i problemi di una società moderna: la salute, l'istruzione, la cultura. Questa provincia diventa in pochi anni produttrice di Cacao, di Caffè e di Tabacco, che sono prodotti molto recenti e redditizi. Marotta, con grande intelligenza fa progredire le cose con ordine e precisione. Senza mai fare "un passo più lungo della gamba" come dice il proverbio. Grandi lavori vengono realizzati : strade, ponti, ferrovie. Sicché una piccola borgata é diventata in pochi anni una città di oltre 200.000 abitanti. Gli elementi che caratterizzano gli italiani emigrati in altre parti del mondo sono presenti tutti a Jequié. Marotta fa venire dalla sua Trecchina natia molti connazionali. Ed esige le più nobili virtù morali:

L'unione,

La solidarietà come si vede in occasione delle grandi inondazioni del 1913,

La necessità di:

Evitare scandali

Rispettare alla lettera le leggi del Paese nel quale si vive, (mi pare di sentire mio padre!)

Rispettare in modo assoluto la roba altrui

Non prendere parte nella politica locale se non naturalizzato.

Anche i neri hanno diritto alla dignità.

La parte fotografica é una miniera di elementi significativi ma quel che colpisce di più é vedere questi uomini e queste donne che, benché di condizioni modeste sono vestiti con cura ed eleganza, come se volessero fare onore all'Italia, il loro paese natio. Significativo é il fatto che il vecchio Marotta, diventato ricco e essendo una personalità a Jequié, torni a morire nella sua Trecchina. Bravo, signor Marotta Carmine, ha fatto un bellissimo lavoro. che merita una larga diffusione. Il comportamento di quegli Italiani che dovettero emigrare con la famiglia in terre straniere per sopravvivere, é un esempio di coraggio, di volontà e di virtù che i giovani di oggi dovrebbero meditare.

Aimo Mucci - Professore emerito - Università di Tolosa - Francia

Critico Letterario - (Tolosa Luglio 2004)


A proposito di "Casa Confiança"

Il resoconto storico fatto a quattro mani da Carmine Marotta Senior e Junior è una inestimabile opera della memoria, riesumata dal nipote con amore, diligenza, meticolosità, dai documenti preziosissimi e gelosamente custoditi dal nonno in soffitta, sulla emigrazione dei trecchinesi in Brasile ed in particolare nello Stato di Bahia. La lettura del libro è avvincente: sembra di assistere alla visione di un documento i cui protagonisti affascinano per le loro imprese di coraggio, di intraprendenza, di grande ingegnosità, fantasia di realizzatrice di grandi, grandi sacrifici! Ciò che mi ha più colpito e che traspare da tutta la descrizione della storia di "Casa Confiança" e che coincide con la fondazione di Jequiè, è la capacità di quei pionieri Trecchinesi di aver inventato una economia basata sulla fiducia, sull’educare, consigliare, incoraggiare a produrre gli allevatori, gli agricoltori, gli artigiani che via via si andavano insediando in Jequiè, in sintesi aprivano ed avviavano il loro avvenire. Praticavano, in effetti, l’economia che oggi si direbbe della "solidarietà" nel profondo rispetto della dignità di tutti e specie degli indigeni nell’intento di creare un benessere diffuso e non ad appannaggio di pochi. Rotondano, Niella, Marotta, Dattoli, Grisi, Grillo, Lamberti, Pignataro e tanti altri collaboratori hanno instaurato una economia altamente morale, etica, cristiana poiché hanno messo al centro l’uomo e non il capitale dando anche e soprattutto ai posteri un esempio ed una lezione di alta politica sociale. Come se si fossero ispirati all’Enciclica "Rerum Novarum" del loro contemporaneo Papa Leone XIII, tesa a valorizzare tutte le potenzialità, tutte le risorse umane, naturali, economiche e sociali esistenti in quella terra vergine dello Stato di Bahia. E’ un documento storico che deve farci riflettere sull’attuale economia dominata dal cinismo delle multinazionali, dalle finanziarie senza scrupoli, dalla pubblicità copiosa, dal consumismo sfrenato, da una globalizzazione di soli interessi capitalistici, in sintesi da una politica che schiaccia l’uomo e lo emargina e lo impoverisce moralmente ed economicamente.

"Casa Confiança" in questo difficile momento storico ci sia di esempio, di guida, di incoraggiamento per un riscatto morale, economico e sociale. Un tentativo lo si sta facendo da parte di alcuni movimenti ed associazioni di ispirazione cristiana aprendo dei punti vendita di prodotti del "Commercio equo e solidale" che si rifà agli stessi principi di una economia di solidarietà che hanno ispirato 100 e più anni fa i Trecchinesi in Brasile volta a garantire una giusta remunerazione ai produttori di generi alimentari ed artigianali del terzo mondo ed anche a quelli di aree svantaggiate come il mezzogiorno d’Italia ed agli acquirenti la genuinità ed economicità di essi, in alternativa di quelli adulterati e costosi messe sul mercato dalle multinazionali.

Altra iniziativa per arginare l’attuale sfruttamento ed impoverimento delle economie della famiglia e l’apertura degli sportelli della Banca Etica basata sui principi dei nostri stessi avi trecchinesi della "Casa Confiança" quelli della fiducia e del reinvestimento degli utili in favore degli stessi conferenti. Dall’opera storica scritta da Marotta si evince in maniera nitida come i nostri antenati in Jequiè abbiano saputo coniugare il senso del commercio e del giusto guadagno con il Bene Comune nel rispetto profondo della dignità di tutti e di ciascuno. Di ciò, come trecchinesi, dobbiamo essere fieri ed orgogliosi. Chiudo questa breve riflessione ringraziando:

Carmine, il nipote, per questo prezioso lavoro di ricerca storica e di puntuale trascrizione anche perché la lettura di esso ci richiama alla responsabilità di cittadini del nostro tempo e ci fa riflettere!

Carmine, il nonno, e tutti gli altri amministratori di "Casa Confiança" perché hanno saputo mettere in moto in tutto lo stato di Bahia una economia virtuosa dei cui benefici effetti, ne sono certo, se ne avvalse anche mio nonno, Gennaro Conte, che emigrato in quello stesso perido, in Brasile, ad Escada (stato di Pernabucco), si dedicò alla produzione dello spirito (Alcool) tramite gli alambicchi, bevanda chiamata in Brasile Acquardente, come mi ha chiarito lo stesso amico Carmine a cui auguro tanti successi storico - letterari in uno ai suoi collaboratori e consulenti.

Gennaro Conte - TRAPANI (agosto 2004)


Casa Confiança,

di Carlos e Carmine Marotta presenta diversi pregi: segnalo quelli che, a mio avviso, ritengo più interessanti.

Quello documentale, quale importante tassello per la ricostruzione della realtà storica di Jequiè, un comune in Brasile, oggi di circa 200.000 abitanti, alla cui fondazione e sviluppo hanno contribuito tanti cittadini di Trecchina.

Quello antropologico - sociale - economico, quale ricostruzione delle prime aggregazioni, dei primi modi di vita, dei primi modi di commerciare, in un territorio dove tutto, nella seconda metà dell’800, poteva essere inventato. In proposito vorrei segnalare una mia personale visione della testimonianza di Marotta (avo): il lavoro in molti punti è un manuale, un autentico piccolo manuale di marketing "ante literam"; la relazione infatti espone tecniche di vendita inventate da Rotondano, da Niella ed affinate dal Marotta: .... il perché del popolamento (per vendere), il perché della fiducia (per vendere), il perché del girare (per vendere), il perché dell’annotare il profilo, i punti di forza e quelli di debolezza di ogni cliente (per vendere, per vendere bene) ....

Infine, il pregio di far uscire il tema dell’emigrazione dalle aule universitarie, dai più ristretti ambiti accademici e specializzati, per raggiungere un pubblico di lettori più vasto e poter ricostruire, dando voce agli antichi protagonisti, il passato di tanti di noi: un passato che fino ad ieri era sottaciuto e quasi volutamente dimenticato. Non a caso in questi ultimi anni giornalisti, romanzieri, autori di teatro, stanno dissodando questo terreno di memorie per non farle dimenticare.

Trecchina 18 Agosto 2004

Di Napoli Dott. Lorenzo Maria

Presidente Associazione Amici di Maratea